Come scrivere una tesi di laurea senza plagio

LE REGOLE ESSENZIALI (ANCHE PER EVITARE IL PLAGIO) PER LA STESURA DI TESI COMPILTIVE E DI RICERCA

TESI COMPILATIVA

In una tesi compilativa lo studente dimostra di aver preso criticamente visione della maggior parte della letteratura esistente sull’argomento trattato e di essere stato in grado di argomentarla in maniera chiara, cercando di collegare i diversi punti di vista, offrendo così un’intelligente panoramica, magari utile anche ad uno specialista del settore che, in relazione alla specifica questione trattata dallo studente, non aveva mai svolto approfonditi studi.

Nel riportare la letteratura esistente all’interno della tesi, sono severamente sanzionati i “copia e incolla” et similia, ed è consentito riprendere le parole testuali di un autore o di qualsiasi altra fonte (fonte giurisprudenziale, report economici ecc.) solo per brevi tratti e citando sempre autore e fonte.

Le Università, a fronte della sterminata disponibilità di informazioni prelevabili dalla rete Internet, riportate tali e quali dagli studenti nelle loro tesi senza un’adeguata ponderazione delle conseguenze che da ciò possono scaturire (alcune cattedre prevedono che il mancato superamento del controllo antiplagio per due volte comporta la definitiva revoca dell’assegnazione della tesi, con invito a rivolgersi ad altro docente), si sono dotate di sofisticati software antiplagio (tra cui i più potenti Turnitin e Compilatio) in grado di captare in maniera precisa le parti del testo che risultano copiate.

Se minime percentuali di copiatura di un testo altrui inserito tra le virgolette e con relativa nota bibliografica presentano un margine ragionevole per la loro correzione (non essendo ugualmente ammesse tout court), percentuali più elevate di plagio comportano il definitivo annullamento dell’assegnazione della tesi. Allo stesso modo, anche inserendo tra le virgolette la parte di un’opera altrui e indicando la fonte in nota, non è possibile che il lavoro si presenti come una sequenza dell’assemblaggio di più opere altrui, senza alcun apporto personale.

TESI DI RICERCA (O DI PHD)

Generalmente viene redatta all’esito del dottorato di ricerca – una sorta di “superlaurea” per usare le parole di Umberto Eco – percorso di durata triennale a cui accedono per concorso soltanto coloro che intendono specializzarsi come ricercatori scientifici e che aspirano, dunque, alla carriera universitaria (non va trascurato, tuttavia, che il titolo di dottore di ricerca rappresenta un’ottima qualifica, che oltre ad attribuire un’elevata professionalità da spendere in ambito aziendale, assegna un punteggio rilevante per chi aspira al superamento di concorsi pubblici).

La sigla anglosassone di uso internazionale è PhD, che significa letteralmente Philosphy Doctor, Dottore in Filosofia, ma che designa ogni tipo di dottore, sia nell’ambito delle scienze storico-sociali – fra cui rientrano, riprendendo l’insegnamento di Max Weber, diritto, economia, sociologia, psicologia, antropologia, pedagogia – sia nel campo delle scienze naturali, ossia biologia, fisica, chimica, astronomia.

Nulla esclude – precisiamo – che una tesi di laurea possa essere redatta seguendo i medesimi criteri di una tesi di ricerca. Dunque, anche una tesi di laurea può essere una vera e propria tesi di ricerca (in ambito universitario viene anche definita tesi “sperimentale”).

La tesi di ricerca è un lavoro con il quale lo studente deve dimostrare di aver compiuto passi in avanti nella disciplina trattata: è una ricerca originale, poiché bisogna sapere non solo ciò che gli studiosi hanno sostenuto sullo stesso argomento, ma soprattutto “scoprire” qualcosa.

Quando si parla di scoperta, soprattutto nelle scienze storico-sociali, non si pensa a grandissime invenzioni, come la scoperta della scissione dell’atomo, la teoria della relatività oppure la scoperta di una farmaco miracoloso: possono esservi anche scoperte modeste, e viene considerato risultato “scientifico” anche un nuovo modo di leggere e comprendere un testo della letteratura classica, l’individuazione di un manoscritto dal quale possono essere ricavati nuovi elementi riguardo alla biografia di un autore, l’analisi di un nuovo “case study” nel campo dell’economia, una riorganizzazione e una rilettura di studi precedenti che porta a maturazione e sistemazione idee disperse in diversi testi.

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